Ne ho pieni i coni

Lavoro ibrido tra sound art e composizione elettroacustica, “ne ho pieni i coni” rappresenta alcune importanti tematiche sociali. Quattro altoparlanti (da qui coni), usati come attuatori, muovono alcuni oggetti incollati al loro interno. I suoni generati vengono ripresi, elaborati e diffusi per mezzo di un sistema multicanale. Ogni altoparlante simboleggia: organismi geneticamente modificati, politica, sistema bancario, fragilità dell’artista. Uno scenario acustico surreale in cui è possibile osservare anche i protagonisti mentre sembrano animarsi.